La Total Furnishing Unit del 1972

La questione dello spazio abitativo, nel nostro secolo, si è fatta pressante, con il boom economico post-bellico e la crescita incontrollata delle città.

Negli anni ’60 e ’70, si sogna la casa del futuro: automatizzata, razionale e senza materiali statici come mattoni e cemento.

Joe Colombo rappresenta questa urgenza futuristica, incredibile, nuova. 

Se LeCorbusier  pensa la casa come una “machine à habiter”,  egli la riempie di “macchine” per dormire e per mangiare, e di molti optional (come le automobili al lui tanto care).

Nel ’72 crea la Total Furnishing Unit, per vivere in 28 mq: elementi montabili in serie per un numero infinito di soluzioni compositive, secondo le necessità dell’utilizzatore, seguendo i trend del “coinvolgimento”, tipico di arte e teatro del tempo. 

Un omogeneo sistema abitativo che contenente tutto l’occorrente necessario alla vita quotidiana creando un ambiente senza soluzione di continuità.

Una camera da letto, un bagno, una cucina ed uno spazio privato integrati tra loro in modo funzionale.

Una credenza ed un tavolo nascosti nella struttura per mantenerli privati con la funzione aggiuntiva salvaspazio.

Vecchie luci ricavate da auto destinate alla demolizione installate nella parte alta contribuendo così a rendere l’ambiente sostenibile.

Nella unità, il giallo, il bianco, l’argento ed altre piccole percentuali di colore comunicano contemporaneità sottolineandone l’aspetto tecnologicamente futuristico.

Inoltre, con le sue linee ammorbidite e il suo layout, la Total Furnishing Unit può essere descritta come un design tanto scientifico quanto logico.

Infatti, presenta l’aspetto di un loft moderno creando uno spazio dove tutto può essere spostato e modificato in base alle necessità del proprietario, mostrando grande flessibilità.

L’idea di Joe Colobo è quella che le necessità abitative possono essere espresse dai cambiamenti nello stile di vita dell’uomo.

Per questo motivo egli preferiva chiamare i suoi progetti attrezzature da lavoro più che arredi.

Ormai le famiglie tradizionali, degli anni ’60 e ’70, tendono a richiedere uno spazio abitativo e lavorativo che gli permetta di meditare e di sperimentare contemporaneamente, che garantisca sia intimità ma anche la socialità degli scambi interpersonali.

Joe Colombo era appassionatissimo di jazz ma credo che la musica elettronica rappresenti meglio questo “pezzo” iconico del design. Vi propongo un brano degli Space, “Tango in the Space”. Anche se non propriamente coevo al progetto di Colombo ne rende bene l’idea futurista.

Reference:

Joe Colombo, Total furnishing unit, Museum of Modern Art, 11 W 53rd St New York US, 1972

COLOMBO, Joe, “Joe Colombo : inventing the future / Vitra Design Museum, La Triennale di Milano”, Weil am Rhein : Vitra-Design-Museum, 2005

Joe Colombo, Total furnishing unit, Museum of Modern Art, Atlas of Interiors, POLIMI